IPNOSI

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Dottoressa Erica Brasini

Psicologa - Psicoterapeuta

Diceva Carl G. Jung: i tuoi desideri diventeranno chiari se riesci a leggerti dentro. Chi guarda fuori, sogna, chi guarda dentro, ““si sveglia”.

 

CENNI STORICI 

 

Il termine ipnosi deriva dal greco hypnos=sonno. Nella mitologia greca Hypnos è rappresentato da un ragazzo alato che tiene in mano delle capsule di papaveri. Il suo nome significa sonno ed è il fratello gemello della morte, essi sono i figli della notte e delle tenebre.

 

Ad oggi il termine ipnosi viene usato per indicare una condizione sia psicologica sia neuro-fisiologica che agisce a livello profondo, dell’inconscio, realizzando così i cambiamenti desiderati nel comportamento, per ottenere il benessere fisico e mentale della persona.

 

Il termine “ipnosi” fu utilizzato per la prima volta con il suo significato moderno nel 1834 dal chirurgo scozzese James Braid. Con questo termine egli descrisse uno stato simile al sonno, ma caratterizzato da acuta attenzione e notevole ricettività. Uno Psichiatra – terapeuta statunitense di nome Milton H. Erickson (1901 – 1980), rimane tuttora insuperato come ipnoterapeuta e le tecniche terapeutiche di ipnosi clinica adottate ad aggi si devono a lui.

 

COS’E’ L’IPNOSI 

 

L’ipnosi è uno stato mentale-psicologico neuro-fisiologico, un terzo stato di coscienza al pari del sonno e della veglia, tipo un dormiveglia, in cui la persona è in grado di lavorare su se stessa in modo approfondito perché arriva a parti di sé che in stato di coscienza le sono precluse, più esattamente all’inconscio. L’ipnosi si può considerare la via d’accesso privilegiata all’inconscio.

 

Molto spesso le persone che si presentano da me, riferiscono di aver nel passato intrapreso altri tentativi terapeutici, senza apprezzabili risultati e di considerare l’ipnosi una sorta di “ultima spiaggia”. Nella maggior parte dei casi è proprio così, perché l’ipnosi arriva dove altre tecniche non riescono, in quanto con l’ipnoterapia si riescono ad aggirare le resistenze consce, per riuscire poi ad agire sull’inconscio, sia per recuperare le maggiori e necessarie potenzialità, risorse, doti, energie, nascoste a causa dei condizionamenti esterni, che ci servono per raggiungere l’obiettivo richiesto dalla persona, sia per riconoscere ed elaborare la problematica senza barriere che ci impediscono di farlo. Il lavoro svolto in ipnosi continua ad agire anche in stato di veglia.

 

Con l’ipnosi regressiva la persona è in grado di ricordare eventi e episodi dal passato, perché si riesce a renderli più vividi e si facilita il recupero dei ricordi. Serve per: tornare alle origini, alla personalità iniziale, prima delle influenze ambientali, per cercare risposte, si sciolgono blocchi emotivi, si rielaborano i vissuti negativi.

 

Da un punto di vista puramente tecnico è semplice provocare in un essere umano uno stato di ipnosi che talvolta si instaura anche del tutto spontaneamente. La difficoltà sta nel controllarne lo svolgimento, guidare la persona, analizzare e interpretare il risultato. Ci vuole grande esperienza e competenze adeguate.

 

La risoluzione dei problemi attraverso l’ipnosi risulta talmente naturale che a volte non ci si accorge di aver raggiunto l’obiettivo se non tramite le persone che ci circondano e che ci fanno notare il cambiamento.

 

PRINCIPALI AMBITI DI INTERVENTO 

 

Ci sono comportamenti che si riconoscono errati o patologici, ma sfuggono al nostro controllo, si vorrebbe avere la forza di cambiarli ma essi sono più forti. Questo accade perché sono pianificati a livello inconscio. L’ipnosi agisce a livello inconscio laddove sono radicati questi comportamenti disfunzionali, rompendo gli schemi inconsci che guidano il comportamento, creandone di nuovi e positivi.

 

Le principali aree di intervento in ambito comportamentale:

 

  • Disturbi d’ansia generalizzata e attacchi di panico
  • Disturbi dell’umore
  • Fobie
  • Aerofobia (paura di volare)
  • Controllo del dolore
  • Dimagrire in modo definitivo
  • Problematiche legate alla percezione del sé e all’autostima
  • Migliorare le prestazioni sportive
  • Difficoltà nello studio o nella concentrazione
  • Insonnia e altri disturbi del sonno
  • Paura di parlare in pubblico
  • Timidezza ed ereutofobia
  • Inibizioni dovute al carattere
  • Balbuzie
  • Tic
  • Disturbi alimentari (anoressia, bulimia, vomiting, obesità)
  • Trattamento delle dipendenze (smettere di fumare, abuso di sostanze, gioco d’azzardo, ecc)
  • Disturbi da stress post-traumatico

In ambito psicosomatico: molte volte un disagio emotivo rimasto inconscio o non affrontato, si manifesta con un disturbo psicosomatico (un disturbo o patologia non dovuta a cause organiche). L’ipnosi dà voce ad un disagio emotivo rimasto fino a quel momento inascoltato, prosciugando le ragioni della somatizzazione.

 

Le principali aree di intervento in ambito psicosomatico:

 

  • gastriti e disturbi gastrici
  • coliti
  • cefalee
  • asma
  • psoriasi
  • herpes
  • ulcera
  • infiammazione
  • dolori muscolari ed articolari
  • enuresi

 Le principali aree di intervento in ambito ginecologico:

 

  • menopausa
  • vaginismo
  • vaginite
  • condiloma
  • herpes
  • genitale
  • fibroma
  • amenorrea
  • dismenorrea
  • sterilità psicogena
  • cercare di eliminare le interruzioni di gravidanza spontanee
  • parto con ipnosi: se la futura mamma è in tensione per il parto o ha paura del dolore può prepararsi al parto con l’ipnosi, in quanto il dolore è sia una percezione che un’elaborazione della percezione quindi noi possiamo cambiare il modo di vivere il dolore e vivrà l’evento in modo rilassato, inoltre il bimbo sarà più tranquillo e presenterà un migliore ritmo sonno-veglia .

L’ipnosi per disturbi sessuali: aiuta le persone a superare, false convinzioni, schemi mentali imposti da un’educazione troppo rigida, esperienze personali negative, permettendo di vivere una vita sessuale appagante.

 

 

FALSI MITI

 

Vorrei innanzitutto specificare alle persone che credono che una volta ipnotizzati “cadranno in un profondo sonno” e al loro risveglio saranno istantaneamente “guariti” dalla loro condizione, che hanno un’aspettativa del tutto irrealistica sull’uso dell’ipnosi. Molte persone non sanno esattamente cosa aspettarsi sperimentando una trance ipnotica e questo li rende eccessivamente ansiosi e interdetti nei confronti dell’intero processo; questo anche a causa di leggende metropolitane e di quello che sembrano riuscire a fare passare sedicenti ipnologi che fin troppo spesso appaiono in tv riducendo una pratica molto seria e riconosciuta in ambito medico e scientifico ad uno spettacolo irreale ed a volte ridicolo.

 

E’ importante quindi sfatare definitivamente alcuni miti fra cui:

 

chi si trova in stato di trance ipnotica dorma profondamente e quindi abbia perso la capacità di decisione e di volontà… è esattamente il contrario, non si perde coscienza di sé e non è un atto di forza o di potere da parte del terapeuta verso la persona, in quanto quest’ultima è sempre consapevole di ciò che si fa ed è collaborativa. Durante l’ipnosi, anche regressiva, il soggetto è sempre comunque cosciente anche se ha scarsa reattività ed interesse agli stimoli esterni (suoni, odori, ecc.) in quanto è totalmente assorbito dal suo “interno”; sta lavorando con sé stessa e tutto ciò che lo circonda non lo riguarda.

 

Chi riesce a farsi ipnotizzare è una persona debole..non è così, è solamente più rilassata, infatti chi non riesce a lasciarsi andare e quindi a farsi ipnotizzare ha una personalità al momento più rigida e sicuramente avrebbe maggior bisogno rispetto ad altri di una seduta psicoterapica. Ci sono differenze individuali nell’intensità e nella profondità dell’ipnosi, ma tutti possono sperimentare la trance.

 

Molte persone sono convinte che in stato di trans ipnotico ci sia una perdita di coscienza e di essere soggetta alla volontà dell’ipnologo… ma questo non è assolutamente vero. Si è sempre e comunque consapevoli di essere qui in questa situazione e in questo momento, anche perché l’ipnosi non deve essere un’imposizione del terapeuta sulla persona ma è la persona che lavora attivamente su di sé grazie alle indicazioni del terapeuta.

 

Si può obbligare l’ipnotizzato ad eseguire gli ordini dell’ipnologo qualunque essi siano…non è possibile. Il comando post ipnotico è possibile solo nel caso in cui la persona ipnotizzata sia d’accordo in coscienza sua nel voler fare quell’azione al risveglio dallo stato ipnotico. Il comando post ipnotico viene utilizzato in terapie e sempre per uno scopo proficuo per la persona, non si possono e comunque non si riuscirebbero fare attuare comportamenti contro la volontà o moralità del soggetto ipnotizzato.

 

L’amnesia post ipnotica, cioè …al ritorno allo stato di veglia il paziente ipnotizzato non si ricorderà più nulla di quello successo durante la trans… questo avviene solo in rari casi e insorge spontaneamente.

 

Il sostegno alla genitorialità

Il sostegno alla genitorialità è un percorso mirato a sostenere e orientare i genitori nel rapporto genitori-figli, quando: si sentono in difficoltà rispetto ad alcuni atteggiamenti e comportamenti dei propri figli, durante alcune delicate fasi dello sviluppo dei figli, nel loro quotidiano lavoro di educatori, ma anche di fronte a situazioni di devianza o di particolare problematicità dell’adolescente. In tali contesti, lo psicoterapeuta con il bagaglio tecnico che gli sono propri, diviene un utile strumento per sostenere e accompagnare il genitore e/o il figlio durante la crescita.

 

La mediazione familiare si rivolge alle coppie in fase di separazione, soprattutto quando sono presenti dei figli. Lo psicoterapeuta ha il compito di aiutare a rendere la coppia capace di condividere responsabilmente la co-genitorialità, la rende capace di gestire la crisi per poter così trovare soluzioni reciprocamente soddisfacenti per sé e per i loro figli, per far si che essi subiscano il meno possibile la difficoltà che la situazione porta.

 

La terapia familiare ha come obiettivo finale la soluzione dei problemi o dei conflitti esistenti nel nucleo familiare, favorire la ricerca di nuove e più funzionali modalità di comunicazione e ascolto fra i componenti della famiglia e facilitare l’esprimersi dei bisogni emotivi fra i componenti.

Tecniche di rilassamento ed ipnosi

Le tecniche di rilassamento sono diverse e si adottano allo scopo di regolare e imparare a gestire gli stati ansiosi e/o lo stress. Le tecniche principali che adotto sono:

Il Training autogeno di Schultz: training mentale e fisico che gestisce lo stato di tensione attraverso immagini mentali, sensazioni di calore auto indotte, etc.

Il Rilassamento Muscolare Progressivo di Jacobson: training muscolare che si focalizza sulla tensione percepita al livello dei muscoli

Le tecniche respiratorie o diaframmatiche

Le tecniche basate su mindfulness e meditazione

Meditazione “classica”

Rilassamento immaginativo

E altro…

 

L’ipnosi Ericksoniana viene adottata come tecnica di rilassamento e come ipnoterapia, importante strumento terapeutico, utilizzato quando la persona ha necessità di lavorare su se stessa in modo approfondito, per arriva a parti di sé che in stato di coscienza sono precluse. Con l’ipnoterapia si riescono ad aggirare le resistenze consce per arrivare nel modo più “dolce” possibile, al riconoscimento e all’elaborazione della problematica, senza barriere che impediscono di farlo.

TERAPIA DI COPPIA

La terapia di coppia aiuta la coppia a gestire i conflitti. Il compito dello psicoterapeuta è quello di fare acquisire alla coppia funzionali modalità di interazione, ottenendo una maggiore capacità di ascolto e comunicazione con il partner. Durante gli incontri lo psicoterapeuta non dà giudizi e non è di parte ma ha il compito di mediare, di stimolare entrambi i componenti della coppia per aiutarli a prendere realmente coscienza l’uno dell’altro, dei loro reciproci pensieri e sentimenti, eliminando le eventuali difficoltà di comunicazione e i “giochi psicologici” che inconsapevolmente mettono in atto creando barriere e automatismi che agiscono negativamente nel dialogo e nelle azioni e di conseguenza nella relazione. Qualsiasi coppia ha momenti di tensioni, più o meno forti ma superabili se si sanno gestire.

Ipnosi

PSICOLOGIA E LE FIGURE CORRELATE:

PSICOLOGO, PSICOTERAPEUTA, PSICOANALISTA, PSICHIATRA

 

In questo articolo farò un brevissimo cenno alla psicologia, dalla sua nascita al suo sviluppo nel tempo, e cercherò di chiarire le differenze esistenti fra le figure professionali che ruotano attorno alla psicologia.

Il termine Psicologia deriva da “Psiche” che in greco antico significa “anima” cioè vita, respiro, soffio vitale e sede dei sentimenti; ha origine in Grecia grazie a filosofi come Aristotele e Platone che per primi si posero degli interrogativi sul funzionamento della mente. Con il tempo il termine psiche fu diviso da anima e le due parole assunsero due significati diversi; con psiche si intende la parte mentale dell’uomo mentre con anima si indica la sua parte spirituale. Quella che tutti noi oggi conosciamo come psicologia, incuriosisce l’uomo da sempre e ha richiamato nei secoli l’attenzione e lo studio di filosofi, medici, biologi, fisici. Fra il 1850 ed il 1870 diversi studiosi si occuparono dello studio delle emozioni, delle sensazioni, delle attività intellettive, applicarono allo studio della mente le metodologie che già applicavano alle scienze naturali; fecero questo senza rendersi conto che stavano avvicinando la psicologia ad una scienza. Riuscì in questo il filosofo-fisiologo, tedesco W. Wundt che nel 1879 grazie agli esperimenti che condusse nei suoi laboratori di Lipsia, dimostrò attraverso risultati che si sono dimostrati concretamente ripetibili (la ripetibilità dei risultati è indispensabile perché una qualsiasi area possa essere considerata scientifica), che la psicologia è una scienza, la scienza che studia il comportamento umano. Di seguito elenco solo alcuni degli ambiti di studio e di approfondimento della psicologia, essi sono: la memoria, l’intelligenza, l’apprendimento, la comunicazione, le emozioni, l’affettività, la motivazione, la frustrazione, l’aggressività, il conflitto, l’attenzione ed ancora la personalità, le relazioni, etc.. La disciplina della psicologia è rivolta alla persona, al gruppo o alla comunità. Ad oggi la definitiva definizione di psicologia è: la scienza che studia la psiche nei processi psicologici  sia inconsci che consci, attraverso i quali una persona costruisce le proprie risposte comportamentali.

La psicologia come scienza è recente, nasce appunto poco più di un secolo fa ma da allora gli studi sono proseguiti ininterrottamente in varie parti del mondo, con ricercatori e psichiatri più o meno conosciuti; gli studi si svilupparono ed sono proseguiti in varie correnti di pensiero e orientamenti, ma la cosa che comunque accomuna tutti è il senso della psicologia che studia il comportamento umano e che cerca di comprendere e interpretare i processi mentali, affettivi e relazionali che lo determinano con lo scopo di promuovere il miglioramento della qualità della vita.

 

Ora vorrei fare chiarezza sulle varie competenze delle figure professionali “autorizzate” che lavorano in ambito psicologico, dato che da sempre riscontro dalle domande fatte dai miei pazienti che c’è molta confusione fra: psicologo, psicoterapeuta, psicanalista, psichiatra.

 

Per diventare psicologo prima si ottiene la laurea in psicologia e successivamente ad un tirocinio formativo di un anno, si sostiene l’esame di Stato per abilitarsi all’esercizio della professione di psicologo previa iscrizione all’Albo Professionale degli Psicologi della Regione. Un dottore in psicologia che non ha effettuato il regolare tirocinio e non ha superato le prove previste per l’esame di stato, non è di fatto uno psicologo e non può esercitare la professione di psicologo. L’operato dello psicologo è regolato dal codice deontologico che ne definisce limiti e doveri e consiste nel somministrare test e fare diagnosi, promuovere il benessere della persona, dando al paziente maggiore capacità e consapevolezza per comprendere sé stesso e gli altri attraverso colloqui psicologici; può inoltre offrire consulenza e supporto psicologico a tutti coloro che presentino un disagio o un problema che non presenti i sintomi di un disturbo psicopatologico, perché lo psicologo NON può trattare disturbi psicologici o psichiatrici, questo lo può fare solo uno psicoterapeuta. In ogni caso lo psicologo non essendo un medico non può prescrivere farmaci.

E’ psicoterapeuta, il professionista che dopo essersi laureato in psicologia e aver percorso tutto l’iter per diventare psicologo, segue un percorso almeno quadriennale, presso una scuola di specializzazione universitaria o comunque riconosciuta dal MIUR per acquisire una specifica formazione post-laurea (possono seguire la specializzazione post laurea in psicoterapia anche i medici). Quello di “psicoterapeuta” è dunque un titolo aggiuntivo a quello di psicologo.

Lo psicoterapeuta può fare tutto ciò che fa lo psicologo, in più ha competenze e conoscenze maggiori otre a strumenti psicoterapici che consentono di trattare, i disturbi psicopatologici, mirando a ridurre la sofferenza del paziente agendo sui meccanismi psichici e comportamentali sottostanti al problema. Questa specializzazione prevede anche una formazione pratica continuativa e la supervisione del terapeuta da parte di colleghi psicoterapeuti. Nell’ambito della psicoterapia vi sono molti approcci, che prevedono teorie e metodi diversi tra loro, dalla psicoanalisi, alla terapia sistemico-familiare, alla terapia cognitivo comportamentale, etc.

Lo psicanalista è uno psicoterapeuta che esercita la propria pratica clinica basandosi su un preciso approccio quello psicoanalitico. La psicoanalisi affonda le sue radici nella teoria Freudiana e si distingue enormemente dalla psicoterapia per le regole del setting, dove per setting si intende sia l’arredo dello studio, sia l’orientamento terapeutico, frequenza e numero di sedute, l’approccio e la relazione che il terapeuta instaura con il paziente. Senza stare ad elencare nel dettaglio tutte le differenze, le più importanti che si evidenziano in psicoanalisi rispetto alla psicoterapia sono: in psicoanalisi la durata del percorso è nettamente più lunga e di norma necessita di un maggior numero di sedute settimanali rispetto alla psicoterapia. Inoltre c’è molta differenza fra la modalità di approccio psicoterapico e relazione fra terapeuta e paziente; in psicanalisi il rapporto tra il professionista ed il paziente è rigorosamente formale, la comunicazione è quasi esclusivamente unidirezionale da parte del paziente che viene stimolato alla conversazione dallo psicanalista che raramente interviene nella seduta; altra differenza sostanziale è che nella psicoanalisi non vengono adottati/insegnati strumenti pratici.

Lo psichiatra è un laureato in medicina e chirurgia con specializzazione post laurea in psichiatria. La psichiatria è la branca specialistica della medicina che si occupa della diagnosi, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici. Valuta la sintomatologia e il decorso clinico e propone una cura che può indirizzarsi verso un intervento farmacologico e/o psicoterapeutico. La legge italiana consente agli psichiatri di avere il titolo di psicoterapeuta su semplice richiesta all’Ordine professionale ma questo di fatto non garantisce, come invece è per gli psicoterapeuti che lo psichiatra-psicoterapeuta abbia frequentato una scuola di specializzazione quadriennale in psicoterapia, in pratica è libero di esercitare come psicoterapeuta senza aver effettuato un percorso formativo, ma questo si rimanda a coscienza sua. Lo psichiatra dato che è un medico può prescrivere farmaci generici e/o psicofarmaci e richiedere e valutare esami clinici.

A questo punto dell’articolo una domanda sorge spontanea…a chi ci si deve rivolgere in caso di un problema? Si contatterà lo psicologo se il problema si manifesta con un disagio che non presenta una sintomatologia invalidante e può bastare la consulenza. Si dovrà contattare uno psicoterapeuta, qualora invece il disagio psicologico si presenti con sintomi, più o meno invalidanti, o si presenti un disturbo psichico, o un disturbo psicopatologico. Lo psichiatra sarà contattato quando un disturbo psichico influisce negativamente sul funzionamento della persona a livello sociale e lavorativo, presentando una sintomatologia pesante e il paziente non riesce a lavorare su se stesso,  necessitando di un trattamento farmacologico, che sarà necessario sia per alleviare il grado di sofferenza che per ristabilire le condizioni necessarie e sufficienti per il lavoro psicoterapeutico. Psichiatra e psicoterapeuta lavorano su facce diverse della stessa medaglia, ciascuno con le proprie competenze. In un’ottica di interrelazione mente-corpo, l’ottimale è che lo psichiatra e lo psicoterapeuta lavorino in stretta collaborazione, uno per ristabilire l’equilibrio fisiologico della persona, l’altro per ristabilire l’equilibrio psicologico.

 

PSICOTERAPIA INDIVIDUALE

La psicoterapia individuale si adotta per risolvere la problematica e/o la sofferenza della persona che se trascurata va poi a compromettere la qualità di vita. Il mio metodo di lavoro prende in esame sia la persona nella propria dimensione individuale, sia l’ambiente che la circonda cioè il contesto sociale e le relazioni con altre persone in diversi contesti di vita (famigliare, affettivo, lavorativo, sociale), questo è molto importante per avere un più ampio livello di osservazione, sul quale impostare al meglio il percorso terapeutico e raggiungere il benessere della persona. Personalmente adotto più metodi terapeutici, prevalentemente l’orientamento Sistemico Relazionale ma anche il Cognitivo-Comportamentale, la PNL, l’Ipnositerapia e altro, a seconda del caso e nel rispetto dell’unicità di ogni persona.

La consulenza  si adotta per risolvere situazioni di difficoltà che generalmente hanno una natura momentanea e transitoria ma che se non elaborate correttamente, rischiano di consolidarsi, generando stati di blocco e malessere, compromettendo il benessere personale e la qualità della vita. Si accompagna la persona in passaggi particolarmente delicati, aiutandola ad orientarsi in vista di scelte importanti.

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